
Su una lama noi cauti camminiamo,
sopra il vuoto ondeggiamo, volteggiamo
cercando di sfiorare l’orizzonte;
sopra il vuoto, sopra la morte.
Schiudi attimi dorati
e dolori infuocati
appena sussurrati.
Sei come il coltello:
ci fai camminare
sul filo della lama.
Da una parte ci penetra il dolore,
dall’altra il ferro ardente si scompone
in mille schegge sature d’amore.
Coloro che beffardi sopravvivono
sono quei consumati equilibristi
che conservano trucchi e imbrogli;
volano delicati, come fogli
portati dal vento.
Al di là del tormento, una speranza:
quando la gravità avrà trionfato,
quando la lama ci avrà tagliato.
Su una lama noi cauti camminiamo,
sopra il vuoto ondeggiamo, volteggiamo
cercando di sfiorare l’orizzonte;
sopra il vuoto, sopra la morte.