
Eccoti: strisci contro i muri ruvidi
come il fresco d’estate.
Hai lasciato orme nei ricordi ambrati,
li richiami con forme mai mutate.
Imbrigli il solco dei miei passi insipidi,
l’incedere del sole,
lo scivolio delle ombre.
Contieni cose, è questo il tuo dovere:
lo scoppio eroico delle primavere,
rigurgitante fiori d’azalee;
la luce che come amanuense calca
sui pavimenti
di ampie finestre sagome e contorni.
Sei il lampione del paese
che m’indica la via
nelle notti di neve.